Nel contesto giuridico italiano, la questione dell’accettazione tacita dell’eredità è sempre stata delicata, poiché è opinione diffusa tra i non esperti che occorra una dichiarazione espressa per accettare l’eredità.
In un mio recente articolo ho spiegato che così non è e ho riepilogato quando ci troviamo di fronte a un’accettazione tacita dell’eredità e quali sono le conseguenze di tale ipotesi.
Questo concetto si collega strettamente al tema della voltura catastale, che può rappresentare uno degli atti più dubbi in tema di successione ed acquisto della qualità di erede.
SOMMARIO
Il punto di vista della Cassazione sulla voltura catastale
Recentemente, la Corte di Cassazione si è soffermata nuovamente sulla rilevanza della voltura catastale, quale atto generalmente idoneo a costituire un’accettazione tacita dell’eredità.
Già in precedenza, la Suprema Corte aveva infatti più volte affermato che “l’atto di voltura catastale rileva non soltanto dal punto di vista tributario (cioè ai fini del pagamento dell’imposta), ma anche dal punto di vista civile quale elemento per l’accertamento, legale o puramente materiale, della proprietà immobiliare e dei relativi passaggi. Soltanto chi intende accettare l’eredità ragionevolmente assume l’onere di effettuare la voltura catastale e di censire nei registri catastali il mutamento della titolarità del diritto dominicale dal de cuius a sé stesso” (così Cass. 30/04/2021, n. 11478; Cass. 21/10/2014, n. 22317; Cass. 11/05/2009, n. 10796; Cass. 12/04/2002, n. 5226).
Il caso di specie
La controversia oggetto della recente ordinanza nasce quando una chiamata all’eredità, che aveva rinunciato formalmente all’eredità lasciata dal padre, si è trovata ad affrontare una richiesta di pagamento di un debito ereditario da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.
L’Agenzia delle Entrate Riscossione sosteneva che la voltura catastale effettuata su alcuni beni ereditari precedentemente alla rinuncia costituisse una forma di accettazione tacita, e che quindi la rinuncia successiva non fosse valida.
Questo perché colui che accetta l’eredità (sia espressamente che tacitamente) rimane erede per sempre.
La decisione della Suprema Corte (Cass. Civ., Sez. III, Ord., 13 agosto 2024, n. 22769)
La Corte di Cassazione ha ribadito che, in linea di principio, la voltura catastale può costituire un’accettazione tacita dell’eredità. Tuttavia, affinché ciò accada, è necessario che l’atto sia compiuto direttamente dal chiamato all’eredità, o che quest’ultimo ne sia consapevole o, se effettuato da terzi, lo ratifichi.
Nel caso specifico, la voltura catastale non era stata effettuata dalla chiamata all’eredità, né è stato dimostrato che la stessa ne fosse a conoscenza prima di rinunciare.
Conclusione
Questo caso evidenzia che la voltura catastale non sempre è di per sé sufficiente a configurare un’accettazione tacita dell’eredità. Occorre infatti valutare il comportamento complessivo del chiamato e desumere da esso l’intenzione inequivocabile di accettare l’eredità. La sentenza della Cassazione conferma l’importanza di una valutazione attenta delle circostanze che accompagnano tali atti, per evitare interpretazioni errate e le conseguenti implicazioni legali.
Se hai dubbi o domande sulla voltura catastale o sulle modalità di accettazione dell’eredità, non esitare a contattarmi.
Ogni situazione ereditaria è unica e una consulenza legale tempestiva può evitare problemi futuri e tutelare i tuoi diritti.
Avv. Alberta Martini Barzolai ©